archivio generale articoli, lettere, comunicati e interviste dalla stampa | ||||||||||||||||||||||||||
ANNI: |
|
|||||||||||||||||||||||||
|
Trento, 6 aprile 2009 La percentuale di candidati di origine straniera nelle liste delle prossime comunali è ben lontana dall’8% in cui è stimata la consistenza numerica degli immigrati in Trentino. Dei 741 aspiranti ad un posto nel prossimo consiglio comunale, i candidati (ovviamente cittadini italiani come gli altri) con cognome che ne richiama le origini straniere, sono poco meno di venti, pari a poco più del 2,5% del totale. La presenza di immigrati diventati italiani nelle liste, tuttavia, è un fenomeno in costante crescita, come è giusto che sia in un Paese che si dice democratico dove ogni parte della popolazione ha diritto di concorrere con propri rappresentanti per portare le proprie istanze e poter esprimersi all’interno delle istituzioni. Il partito che a Trento si è messo in marcia su questa strada con anticipo sugli altri, garantendo parecchi posti in lista ad italiani di origine straniera, è quello dei Verdi. Dei 50 candidati del Sole che Ride ben sette (pari al 14%) portano cognomi esteri. «La nostra è stata una scelta di cultura politica – afferma Marco Boato -. Veniamo da un anno di chiusura, di volontà di respingimento degli stranieri; ebbene noi vogliamo dare un segnale di apertura. Un segnale all’insegna della pluralità; dell’integrazione che non è assimilazione; del rispetto della stragrande maggioranza degli stranieri che si è perfettamente integrata in Trentino ma che non vuole perdere la sua identità. Crediamo che Trento ed il Trentino ponendosi in quest’ottica multiculturale abbiano solo da guadagnarci, perché non è solo con gli Schutzen che si valorizza la cultura trentina». Guardando in prospettiva, una lista che si mostra aperta agli stranieri può garantirsi in futuro bacini di voti non indifferenti. C’è anche questo calcolo dietro la decisione di trovare il posto in lista per sette persone di origine straniera? «Per quel che riguarda le comunali non è una scelta elettorale, perché non significa che questi candidati portino necessariamente tanti voti. In proiezione futura, però, il peso che potranno avere i "nuovi" italiani nelle elezioni che verranno andrà doverosamente tenuto in considerazione da tutti». (...) |
| ||||||||||||||||||||||||
© 2000 - 2022 |
||||||||||||||||||||||||||
|
|